Archivio
L’Archivio Storico comunale, intitolato a Dino Renier, dal 1997 è ubicato nell’ex monastero di San Francesco fuori le mura, in campo Guglielmo Marconi a Chioggia, e conserva il patrimonio degli atti pubblici prodotti nel corso di quasi ottocento anni dall’amministrazione della città, seguendo la sua conformazione storica e giuridica da Podestaria a Congregazione Municipale a Comune.
Consta di oltre seimila unità tra registri (1532), buste (3843) e volumi (804), che lo rendono il secondo Archivio Storico nell’area metropolitana di Venezia, secondo solo a quello di Stato. Peculiari sono anche le vicende che hanno portato alla conservazione dei documenti, quasi senza soluzione di continuità tra il primo Statuto civico del 1246 e gli atti del secondo dopoguerra novecentesco: solo il periodo immediatamente antecedente la Guerra di Chioggia, tra il 1344 e il 1381, risulta vacante a causa del saccheggio e degli incendi operati dalle truppe genovesi.
L’Archivio Storico comunale “Dino Renier” rappresenta quindi la sede della conoscenza attraverso le fonti primarie, alle quali ogni anno si abbeverano decine di ricercatrici e ricercatori, soprattutto in ambito genealogico, urbanistico, giudiziario, legislativo, commerciale, cartografico. Registri anagrafici e parrocchiali, censimenti, catastici, indici di protocollo, condizioni di decima, verbali della Giunta e del Consiglio, raspe, lettere ducali, titolari di classificazione, mappe, testamenti, pergamene contribuiscono in maniera affascinante -anche dopo lo scarto compiuto dalla Soprintendenza nel 1878- a ricostruire il quadro del territorio clodiense e delle attività dei suoi abitanti nei secoli andati, grazie anche a una ricca biblioteca interna, comprensiva delle tesi di laurea ivi sedimentatesi.
L’Archivio conserva anche gli archivi aggregati degli enti soppressi come l’Ente Comunale di Assistenza, l’Ente Nazionale di Assistenza agli Orfani del Lavoro e l’Opera Nazionale per Maternità e Infanzia, oltre alle sentenze penali e civili pronunciate dal Tribunale di Chioggia.
La sezione storica si divide in partizioni: l’Archivio Antico (segnatura A.A.C.) conserva gli atti prodotti dal 1246 fino alla caduta della Repubblica di Venezia nel 1797. Tra i documenti più preziosi, degni di nota sono alcuni codici miniati con le deliberazioni del Maggior e Minor Consiglio, l’attestazione della vetustà (1386) dell’orologio ora ubicato nel campanile della chiesa di Sant’Andrea, e le Mariègole cinquecentesche dei pescatori, dei facchini e degli artigiani.
Indi la sezione moderna, che conserva la documentazione della Municipalità provvisoria (1797-1798) e quella prodotta durante le dominazioni francese e austriaca (1806-1866); la sezione postunitaria (AC-IU), a partire dall’annessione del Veneto al Regno d’Italia e fino al secondo dopoguerra. Infine la sezione contemporanea (AC-AV), fino alla fine del XX secolo.
L’Archivio conserva anche un fondo cartografico databile fra la seconda metà del XVI e la fine del XIX secolo, del quale esiste inventario redatto da Paola Tiozzo Netti. Notevole il disegno che ritrae il precedente palazzo pretorio, costruito nel 1228 e andato distrutto da un incendio nel 1817.
Sono inoltre disponibili l’inventario dell’Archivio Antico, compilato nel 1881 da Pietro de Nat e revisionato nel 1978 da Pietro Giorgio Lombardo, Dino de Antoni e Giorgio Boscolo; l’inventario della sezione ottocentesca relativa alle dominazioni straniere, compilato da Flavia Fuiano, e quello novecentesco (AC-IU e AC-AV) compilato da Mario Rosso. Esistono inventari particolareggiati delle sentenze del Tribunale di Chioggia (compilato da Gina Duse), degli enti aggregati ECA, ENAOLI e ONMI, delle pergamene ducali e di quelle contenenti atti tra privati (secoli XV-XVIII).
Sala di ricerca
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Accesso libero e gratuito dal martedì al venerdì, con orario 9 - 12:30
È suggerita la prenotazione attraverso l’indirizzo email archivio.storico@chioggia.org
Per l’accesso alla sala di ricerca, gli utenti possono presentare domanda di ammissione, compilando un modulo scaricabile online o comunque disponibile in sala, previa presentazione di un documento di identità. I documenti d’archivio, per disposizione legislativa, sono esclusi dal prestito esterno.
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